aldo valentinelli
PROJECT ROOM #3:
Soffermando il tempo
Per stare al passo con la natura
a cura di Mariella Rossi
Project Room . Castel Belasi
. Campodenno . Val di Non
4 settembre . 30 ottobre 2022
Il terzo
appuntamento della project room dedicata all’arte under 35 a
Castel Belasi è dedicato ad Aldo Valentinelli. Guardando ai
suoi suggestivi quadri ad olio che immortalano la fauna
alpina, la mostra indaga per la prima volta l’approccio
concettuale di questo giovane artista, convinto che l’unico
modo per vedere la natura sia staccarsi dal frenetico mondo
odierno per respirare al ritmo della natura, soffermando il
tempo.
Continua con la
mostra personale di Aldo Valentinelli (Cles, 1996) la
programmazione della project room di Castel Belasi, che completa con
l’arte under 35 la proposta espositiva nello splendido maniero
con affreschi del Quattro e Cinquecento da poco aperto al
pubblico, dove troviamo anche una sezione dedicata a mostre
temporanee d’arte contemporanea di respiro internazionale –
quest’anno una personale di Stefano Cagol a cura di Emanuele
Quinz – e un percorso permanente consacrato alla fotografia con
pezzi provenienti a rotazione dall’Archivio Fotografico Storico
Provinciale – quest’anno Flavio Faganello e la rivoluzione del
’68. La project room rappresenta il cuore del castello, situata
al centro dell’estesa struttura architettonica nella sala a
piano terra detta “delle decime”, e votata a una ricognizione
degli artisti più giovani, quest’anno con una predilezione per il mezzo
pittorico e per trentini formatisi fuori regione, già
premiati da riconoscimenti e partecipazioni di rilievo.
La mostra di Aldo
Valentinelli presenta una decina di olii su tela di cui quattro
inediti, realizzati appositamente per l’occasione. Porta il
titolo “Soffermando il tempo. Per stare al passo con la natura”
e guarda per la prima volta in profondità nell’approccio
concettuale di questo giovane artista, andando oltre la
superficie pittorica dei soggetti immortalati: gli animali della
fauna alpina.
Le opere di
Valentinelli non illustrano, infatti, puramente le fattezze
degli animali dell’area montana dove vive, urogalli, camosci,
caprioli, ma rappresentano uno statement, una dichiarazione d’intenti rispetto al
rapporto che l’artista ha con la natura e che noi come
spettatori siamo invitati ad assumere. Il cambio di
paradigma da lui attuato è basato sull’idea di tempo.
Siamo soliti scrutare quanto ci circonda attraverso lo schermo
di uno smartphone per scattare veloci foto, non possiamo
aspettare il momento adeguato, ci accontentiamo di mozziconi di
sguardi. Questo artista innesca, invece, una paziente ricerca
sul campo, compiendo studi dal vero, ricordando il modo di fare
del Rinascimento, quando il distacco dagli antichi schemi visivi
richiedeva l’esercizio dell’osservazione della natura e l’uso di
taccuini su cui ripetere schizzi di piante e animali. Così la
mostra instaura un legame ideale con gli affreschi di quel
periodo custoditi a Castel Belasi, come la “Scimmietta e
scena di caccia” (1540 ca.) e la “Caccia alle allodole con
civetta” (post 1555).
Aldo Valentinelli
usa fermarsi ore nei boschi per avvistare animali selvatici
liberi nel loro habitat. In alta quota, lontano dai sentieri,
dove gli alberi sono sempre più radi, anche all’alba e al
crepuscolo, con il freddo pungente, con la neve o la nebbia
della pioggia appena passata. L’incontro non è mai scontato, non
è programmabile, e il prolungamento di questo momento si
conquista con un’assoluta fusione con la natura. Respirando al
tempo della natura.
Il tempo degli
animali è indubbiamente diverso dal nostro, manipolato dalla
nostra stessa evoluzione e dai nuovi media che ci stanno sempre
più allontanando, nella folle corsa dell’essere umano
contemporaneo che vuole andare sempre oltre, accelerando
continuamente. Valentinelli, invece, cerca una coincidenza, una
consonanza, che mette in pratica costantemente a partire dal
legame con il suo cane. Anche questa affinità instaurata
dall’artista risulta concettualmente significativa, perché
rimanda a un momento simbolico di contatto tra homo sapiens e natura,
quando oltre
diecimila anni fa venne instaurata una simbiosi con questi
quadrupedi, sopravvissuta fino ad oggi.
Valentinelli appare
serafico, imperturbabile nelle sue convinzioni, diverso dai
coetanei che scalpitano per arrampicare l’art system. Lui vuole
fortemente raccontare agli altri il tempo della natura, per lui
l’unico modo di vivere oggi. E ci riesce.
E noi davanti
alle sue opere ci fermiamo immobili con lui, rallentiamo il
respiro, sbattiamo più lentamente le palpebre. Iniziamo a
vedere, a capire la natura.
L'ARTISTA
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Castel Belasi è situato in provincia di Trento nel
Comune di Campodenno (1.500 abitanti), piccolo paese
ai piedi delle Dolomiti di Brenta tra i frutteti della
Bassa Val di Non, zona che può contare il maggior
numero di castelli e residenze nobiliari del
Trentino-Alto Adige. Il castello è ubicato nel borgo
di Segonzone in posizione collinare e panoramica. La sua fondazione risale al tardo
Duecento, nell’ambito dell’affermazione in Anaunia
del Conte
del Tirolo e delle famiglie di lingua
tedesca, e incarna lo spirito di un territorio tra
nord e sud, luogo di incontro e confronto. Il nucleo
originario del castello, rappresentato dall’alto
mastio pentagonale del palazzo centrale, risale al XIV
secolo. Il complesso è protetto da una doppia cortina
muraria e le fortificazioni più esterne furono erette
nel corso del XVI secolo, mentre la cinta muraria
maggiore, originaria difesa del castello, fu
ulteriormente innalzata intorno alla metà del
Quattrocento fino a raggiungere l’odierna imponenza.
L’ultimo nobile che vi risiedette fu Arbogast Khuen
Belasi, morto nel 1950. Proprietario di
un terzo del castello a partire dagli anni
Ottanta, il Comune di Campodenno ha
rilevato nel 2000 la proprietà
dell’intero complesso. Un lungo percorso di
restauro restituisce oggi alla
comunità trentina e non solo un antico
maniero dal fascino intatto. |
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INFO
Aldo
Valentinelli
Soffermando
il tempo
per
stare al passo con la natura
4
settembre – 30 ottobre 2022
inaugurazione:
sabato
3 settembre h 18:30
fino
all’11
settembre mar-dom 10:00 – 18:00
dal
12 settembre al 30 ottobre sab-dom 10:00 – 18:00
Castel
Belasi, Campodenno (Tn)
Ufficio
stampa: T. +39 0463 830133
ufficio.stampa@visitvaldinon.it
COLOPHON
Castel Belasi Cultura Comune di Campodenno Sindaco Daniele Biada Responsabile Castel Belasi Vicesindaco Manuel Cattani Assessore alla Cultura Igor Portolan |
Ente promotore mostra Azienda per il Turismo Val di Non Presidente Lorenzo Paoli Addetto stampa e PR Paolo Forno Coordinamento mostra Lorenzo Ferrari Web e social Stefania Menghini |
COME ARRIVARE
Castel Belasi è situato a Campodenno (Tn) nel
piccolo borgo di Segonzone.
Con i mezzi pubblici, la fermata del pullman è
Lover, poi si prosegue a piedi per 1,3 km/20 min. La stazione
FS più vicina è Mezzocorona.
Il castello dista 13 Km dal casello San Michele
all’Adige dell’Autostrada del Brennero A22, 30 km da Trento e
55 km da Bolzano.