giovanna bonenti
PROJECT ROOM #1: Smussando angoli vivi
a cura di Mariella Rossi
Project Room . Castel Belasi
. Campodenno . Val di Non
25 giugno . 27 luglio 2022
La prima mostra personale in un’istituzione
pubblica di questa giovane artista trentina basata a Venezia
apre la programmazione della neonata project room di Castel
Belasi, votata all’arte under 35 con una predilezione per la
pratica pittorica nelle sue declinazioni più attuali.
Con la mostra
personale “Smussando angoli vivi” di Giovanna Bonenti (Tione
di Trento, 1992) prende avvio la programmazione della project
room di Castel Belasi, che dopo cinque
anni pilota in coda a un lungo restauro diventa Castel Belasi
Cultura, luogo privilegiato di fruizione delle arti con una
proposta espositiva articolata, comprendente una sezione
dedicata a mostre temporanee d’arte contemporanea di respiro
internazionale – quest’anno una personale di Stefano Cagol a
cura di Emanuele Quinz da fine giugno – e un percorso permanente
consacrato alla fotografia con pezzi provenienti a rotazione
dall’Archivio Fotografico Storico Provinciale. La project room
ne rappresenta il cuore perché situata ortogonalmente al centro
del castello, sotto gli stemmi araldici, nella sala a piano
terra detta “delle decime”, e perché votata a una ricognizione
degli artisti più giovani, quest’anno con una predilezione per
il mezzo pittorico e per trentini spesso formatisi e basati
fuori regione, tutti già premiati da riconoscimenti e
partecipazioni di rilievo.
Giovanna Bonenti, che apre la
carrellata e tiene a Castel Belasi la sua prima personale in
un’istituzione pubblica, ha esordito con la “Collettiva giovani artisti”
della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, ha partecipato
al “Progettoborca” a cura di Gianluca D'Incà Levis all’Ex
Villaggio Eni di Corte di Cadore ed è stata scelta lo scorso
anno per “Venice Time Case” a cura di Luca Massimo Barbero,
presentato alla Galerie Italienne a Parigi.
In “Smussando
angoli vivi” troviamo una selezione di una trentina di lavori
degli ultimi due anni, tra pastelli a olio su tela, carte a
tempera e acquerello, acrilici su stoffa e ceramiche dipinte a
ingobbio, che vanno da piccole dimensioni a grandi arazzi e
forzano il confine tra supporti diversi e tra pittura e
scultura. In questo senso le sue opere smussano angoli vivi, ma
lo fanno anche nel modo di tradurre la realtà attorno,
procedendo per forme e campiture di colore distinte, anche se
non nette. Non si compenetrano in sfumature ma non sono
contrapposte da stacchi taglienti, è quel necessario sfioramento
delle cose che l’antropologo francese Marc Augé teorizza nel
saggio “Saper toccare” che Bonenti confessa di aver più volte
riletto in questi ultimi tempi.
«Le opere di Bonenti a
Castel Belasi innescano analogie
e rimandi con le linee curve e le smussature dell’architettura
antica, e con i segni lasciati dal tempo sulle loro superfici,
sfiorando la pelle del
castello», afferma la
curatrice Mariella Rossi, descrivendo come la selezione dei
dipinti e il loro posizionamento nello spazio riescano a
instaurare un dialogo con gli avvolti, con le iscrizioni sui
muri che raccontano la riscossione delle decime, con i resti
ceramici e lapidei delle antiche stufe a olle. L’artista si
avvicina a loro con le opere su carta, su tela e su ceramica,
facendo notare questi dettagli della quotidianità del maniero e
facendoli entrare nel percorso espositivo perché «Le mie opere evocano,
rendendole astratte, architetture e luoghi vissuti e qui – più
che altrove – trovano un confronto», spiega l’artista,
che prosegue «Sento che questa esperienza
cambierà il mio percorso creativo da qui in avanti». In questo modo la
project room contribuisce a rendere Castel Belasi come “luogo
dove si fa cultura”.
La mostra personale di
Giovanna Bonenti nella project room di Castel Belasi sarà
visitabile fino al 27 luglio.
Il giorno
dell’inaugurazione, il 24 giugno a Castel Belasi, oltre alla
personale di Giovanna Bonenti, apre anche “Beata gioventù. Da Faganello
a Instagram” per la sezione fotografia a cura della
Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma
di Trento.
GIOVANNA
BONENTI (Tione di Trento, 1992) consegue nel 2019 il
Diploma di Secondo Livello in Arti Visive e Discipline dello
Spettacolo, indirizzo Pittura, presso l'Accademia di Belle
Arti di Venezia. Tra le sue mostre più recenti si ricordano:
Venice Time Case,
a cura di Luca Massimo Barbero, Galerie Italienne, Parigi; Openstudio Olimpico di
Progettoborca, a cura di Gianluca D'Incà Levis,
Ex Villaggio Eni, Corte di Cadore; Negli Studi -
Volti e Luoghi dell'Arte Contemporanea in Trentino, a
cura di Mauro Cappelletti, Palazzo Roccabruna,
Trento; In cornice, a cura di Hortus
Artieri, Trento; Sotto la neve il pane, a
cura di Roberta Bonazza, Casa degli Artisti "Giacomo
Vittone", Canale di Tenno; Whatever it takes,
AplusA Gallery, Venezia; 101ma Collettiva giovani
artisti, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia,
Black Market, Monitor Gallery, Roma e la personale Arte in quota a
cura di Bruno Bosin, Chalet 44-Alpine Lounge, Alpe
Lusia-Bellamonte. Vive e lavora a Venezia.
|
Castel Belasi è situato in provincia di Trento nel
Comune di Campodenno (1.500 abitanti), piccolo paese
ai piedi delle Dolomiti di Brenta tra i frutteti della
Bassa Val di Non, zona che può contare il maggior
numero di castelli e residenze nobiliari del
Trentino-Alto Adige. Il castello è ubicato nel borgo
di Segonzone in posizione collinare e panoramica. La sua fondazione risale al tardo
Duecento, nell’ambito dell’affermazione in Anaunia
del Conte
del Tirolo e delle famiglie di lingua
tedesca, e incarna lo spirito di un territorio tra
nord e sud, luogo di incontro e confronto. Il nucleo
originario del castello, rappresentato dall’alto
mastio pentagonale del palazzo centrale, risale al XIV
secolo. Il complesso è protetto da una doppia cortina
muraria e le fortificazioni più esterne furono erette
nel corso del XVI secolo, mentre la cinta muraria
maggiore, originaria difesa del castello, fu
ulteriormente innalzata intorno alla metà del
Quattrocento fino a raggiungere l’odierna imponenza.
L’ultimo nobile che vi risiedette fu Arbogast Khuen
Belasi, morto nel 1950. Proprietario di
un terzo del castello a partire dagli anni
Ottanta, il Comune di Campodenno ha
rilevato nel 2000 la proprietà
dell’intero complesso. Un lungo percorso di
restauro restituisce oggi alla
comunità trentina e non solo un antico
maniero dal fascino intatto. |
|
INFO
Giovanna
Bonenti .
Smussando angoli vivi
a
cura di Mariella Rossi
25
giugno – 27 luglio 2022. opening venerdì 24 giugno
Orari:
sab-dom
10:00 – 18:00, dal 2 luglio mar-dom 10:00 – 18:00
Project
Room
Castel Belasi,
Campodenno (Tn)
Ufficio
stampa: T. +39 0463 830133
ufficio.stampa@visitvaldinon.it
COLOPHON
Castel Belasi Cultura Comune di Campodenno Sindaco Daniele Biada Responsabile Castel Belasi Vicesindaco Manuel Cattani Assessore alla Cultura Igor Portolan |
Ente promotore mostra Azienda per il Turismo Val di Non Presidente Lorenzo Paoli Addetto stampa e PR Paolo Forno Coordinamento mostra Lorenzo Ferrari Web e social Stefania Menghini |
COME ARRIVARE
Castel Belasi è situato a Campodenno (Tn) nel
piccolo borgo di Segonzone.
Con i mezzi pubblici, la fermata del pullman è
Lover, poi si prosegue a piedi per 1,3 km/20 min. La stazione
FS più vicina è Mezzocorona.
Il castello dista 13 Km dal casello San Michele
all’Adige dell’Autostrada del Brennero A22, 30 km da Trento e
55 km da Bolzano.